Acone fotografata dal drone

Acone fotografata da sud (credit Tommaso Valleri)

L’etimologia del nome Acone resta tuttora dubbia e incerta. Alcuni la fanno risalire al nome di un qualche colono romano (Aconius), altri all’aggettivo latino acona, come a sottolineare la natura sterile e sassosa del terreno.

I primi insediamenti si verificano intorno al VI secolo a.C. a seguito della realizzazione di una strada che dalla cima di Monte Giovi arriva fino a Fiesole.

Durante la Seconda guerra punica, nel 271 a.C., l’area sulla quale poi sarebbe sorto il primo borgo rurale viene attraversata dall’esercito di Annibale.

Tra il IX e il X secolo l’area viene compresa nel feudo dei Conti Guidi di Romagna che fissano la loro residenza nel Castel d’Acone. È in questo periodo che sorgono i primi borghi rurali. Intorno al X secolo vi è inoltre la costruzione della prima chiesa con il nome di Sant’Eustachio in Jerusalem nell’area dove sorge l’odierno cimitero. Successivamente, alla fine del X secolo, la chiesa viene ricostruita nella sua posizione attuale con il nome di Pieve di Sant’Eustachio in Acone.

L’XI secolo vede la costruzione di altre chiese (Chiesa di Santa Maria in Acone e Chiesa di San Martino a Petroio) e la nascita del cosiddetto Pieviere di Acone.

Successivamente i terreni vengono confermati di proprietà dei Conti Guidi di Romagna da parte di Arrigo VI e Federico II di Svevia. Nel 1099 Alberto e Ugo, eredi del conte Guido, donano i loro possedimenti all’Eremo di Camaldoli.

Castel d’Acone diventa, nella prima metà del XIII secolo, residenza della contessa Beatrice dei Conti di Capraia, vedova del conte Marcovaldo di Dovadola.

Sempre nel XIII secolo secolo nasce ad Acone la nobile casata de’ Cerchi che successivamente si sposterà a Firenze. Ed è proprio Castel d’Acone la loro prima residenza. I Cerchi, insieme ad Acone, sono menzionati da Dante nella Divina Commedia.

Nel 1308 Acone si unisce alla Lega dei popoli di Diacceto, Monteloro e Rignano per poi entrare a far parte nel 1375 nella podesteria di Pontassieve.

La famiglia fiorentina de’ Medici, nel XIV secolo, spodestati i Comuni, acquisisce il territorio dove sorge Acone. Testimonianza de’ Medici la si può tuttora trovare in una lapide posta all’ingresso della Pieve.

Tra il XVI e il XVII secolo, in epoca Granducale, Acone viene ampliato nella sua attuale posizione geografica. Dopo un breve periodo di dominazione napoleonica il XIX secolo vede Acone al suo massimo sviluppo come borgo rurale. Nel 1840 la frazione conta 954 abitanti.

Gli anni quaranta vedono Acone – e le campagne circostanti – diventare un luogo storicamente importante per le prime aggregazioni di formazioni partigiane. È proprio a Monte Giovi che, dopo l’8 settembre 1943, si formano alcune delle più importanti brigate partigiane tra cui: la Gruppo Pontassieve, la Faliero Pucci e la Spartaco Lavagnini. Successivamente anche altre brigate – formatesi altrove – vengono per operare nella zona: è il caso della brigata Caiani e della brigata Lanciotto Ballerini.

La peculiarità di Acone nella storia della Resistenza toscana deriva principalmente dal fatto che per la prima volta un intero paese offre collaborazione ai partigiani in maniera spontanea.

Tra i personaggi di Acone più significativi di quegli anni c’è Don Egidio Brogi, parroco di Santa Maria, che dopo la ritirata dei tedeschi a seguito dell’armistizio del 1943 darà ospitalità ad oltre trecento persone tra partigiani, ex prigionieri e sfollati della zona. La scrittrice e giornalista Oriana Fallaci, con il nome di battaglia di Emilia, nell’autunno del 1943 accompagnò, in un lungo viaggio in bicicletta da Firenze fino ad Acone, due soldati britannici.

Per approfondire va alla pagina dedicata alla Resistenza.